di Matteo Respino
Parte 1. La concezione moderna della psichiatria.
Comunemente chiamato “The Perspectives”, “The Perspectives of Psychiatry” è un libro un po’ datato ma eccezionale, un contributo alla letteratura sulle malattie mentali e loro complessità che ogni interessato dovrebbe prendersi il tempo di leggere. E’ un libro nato e pensato alla John Hopkins University per la formazione degli specializzandi in psichiatria, per indirizzarli “sulla giusta strada” nel loro approccio iniziale alla psichiatria, una “giusta strada” che, come il libro ben descrive, fondamentalmente non è “una” quanto “più di una”: le – molte – prospettive usate in psichiatria per svolgere adeguatamente il mestiere.
Il libro è troppo ricco e denso per essere sintetizzato efficacemente in articoli di una paginetta, per cui rimando al futuro prossimo la pubblicazione di una recensione dettagliata e adeguata alla completezza del testo. Diversamente, qui vorrei sottolineare un aspetto centrale del libro, a cui viene non casualmente dedicato un capitolo ad hoc. Il capitolo titola “Factionalism: the other source of disarray in psychiatry” e si occupa dell’origine e delle conseguenze delle “fazioni” in psichiatria. Sostanzialmente, il capitolo fornisce una visione storicamente plausibile sull’origine delle diverse fazioni che hanno dominato, e ancora dominano, il discorso psichiatrico. Esempi notori di tali fazioni sono “la psichiatria organicista” o “la psichiatria psicodinamica”, e così via. Si tratta di movimenti storici/scuole di pensiero fondate su differenti assunti circa nozioni radicalmente filosofiche, come la struttura e validità del/i sapere/i, il metodo scientifico, la mente, il corpo. Il percorso proposto dagli Autori è semplice, lineare, plausibile. In questa prima parte del commento a The Perspectives accenniamo alla prima tra queste “fazioni”.
La concezione Moderna della psichiatria nasce da quell’insieme di idee emerse nel corso del Settecento e che hanno nell’Illuminismo il loro marchio. I leader e i pensatori di tale movimento hanno definito gli standard necessari per studiare con successo la realtà fisica ed ottenere da essa delle risposte verificabili. Come sostengono gli Autori, in questa fase “human material progress rather than spiritual development became the primary social goal to be sought and found through the application of reason to human problems”. La psichiatria nata da tale prospettiva è quella di Pinel e successivamente di Kraepelin, Bleuler, Meyer. Tutti questi Autori sono stati espressione di una psichiatria fondata su un approccio di osservazione e pratica standardizzata, nonché di classificazione, alla malattia mentale. Con Meyer si è sviluppata, sempre all’interno di tale contesto epistemologico, una consapevolezza verso la necessità di un esame sistematico del paziente e della sua vita. Il risultato contemporaneo di tali ingredienti è il nostro DSM, o Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, con i suoi elementi di operazionalismo ed empiricismo nell’approcciarsi alla classificazione dei disturbi mentali.
Il problema della modernità in psichiatria (e più in generale della scienza) è stato, ed è ancora oggi, quello di – potenzialmente – emarginare quegli stessi individui che la modernità stessa – tramite l’illuminismo – si era proposta di emancipare dalla tirannia, dall’ignoranza, dalla miseria, dalla malattia mentale. Lo sguardo scientifico sul malato è inevitabilmente a rischio di produrre un effetto collaterale di alienazione/riduzione del soggetto a oggetto di studio. Gli Autori sostengono che tale deriva sia legata alla mancanza, nella concezione moderna della psichiatria, di un’adeguata “fenomenologia” della vita mentale e all’impossibilità di tale concezione di risolvere il dilemma etico-filosofico della libertà.
Non a caso, le due successive concezioni della psichiatria (o fazioni), alternative a quella moderna, si definiscono come in reazione alla precedente, proprio in virtù dei suoi limiti, fondandosi su una fenomenologia della vita mentale più avanzata e su di un maggior riconoscimento della libertà individuale. Si tratta della concezione postmoderna e antimoderna della psichiatria. Lasciamo queste fazioni alla prossima parte del commento, anticipando che il concetto fondamentale qui è che nessuna fazione in psichiatria è superiore alle altre, o più utile. Evidentemente, come la clinica insegna duramente, la complessità delle malattie mentali richiede la capacità di utilizzare più di metodo, di affidarsi a più di una concezione della psichiatria, per sperare di essere utili ai nostri pazienti.