di Luca Proietti
Intervento di Giorgio Nardone alla Conferenza “La patologia ossessiva compulsiva e l’ossessione demoniaca”, Prato, 5 Maggio 2018
“CAMBIARE PER CONOSCERE”: CAMBIARE LA PERCEZIONE PRIMA DELLE COGNIZIONI
La Terapia Breve Strategica (TBS) mira al cambiamento dapprima della percezione, e solo in un secondo momento dei processi cognitivi e della reazione comportamentale. Questo assunto la distingue in maniera netta dalla terapia cognitivo comportamentale (CBT), con cui talvolta viene accomunata.
‘‘In terapia è importante che il paziente senta e non solo capisca. Dobbiamo modificare la percezione, non la cognizione, poiché, se modifichiamo la percezione, cambierà la reazione comportamentale e, come esito finale anche la cognizione. Ciò che innesca il processo di cambiamento è il nostro sentire.” (Nardone & Portelli, 2005)
In quest’ottica, come si comprenderà se si visualizza il video allegato, il Disturbo Ossessivo o Ossessivo-Compulsivo viene letto come un prodotto dell’iper-razionalizzazione. Da Platone e Aristotele, al positivismo, per arrivare alla moderna psichiatria e psicologia, il pensiero occidentale “ritiene che la coscienza sia il bene supremo”. La ragione, che ne rappresenta la massima espressione, è considerata la risorsa principale da utilizzare per la risoluzione della maggior parte dei problemi. In ottica Breve Strategica è proprio l’applicazione esasperata della razionalità nel contesto di fenomeni come le interazioni umane a creare la maggior parte dei problemi e dei disturbi; le dinamiche relazionali seguono infatti principi -come ad esempio i paradossi, le contraddizioni e gli autoinganni-, che violano logiche lineari.
IL CONTROLLO CHE FA PERDERE IL CONTROLLO
L’eccessiva fede nella ragione porta il soggetto a tentare di controllare razionalmente fenomeni che di per sé sono spontanei e incontrollabili. Questo controllo si può esercitare:
- Sul pensiero
- Tentativo di scacciare dalla propria mente pensieri o immagini spiacevoli che diventano sempre più insistenti → Dist. Ossessivo nel pensiero.
- Tentativo di rispondere mentalmente a dilemmi che sono irrisolvibili razionalmente → Dubbio patologico. Domande stupidi che diventano intelligenti.
- Sulle funzioni fisiologiche fino ad alterarle → Ipocondria e Attacchi di panico
INTERVENTO NEL DUBBIO PATOLOGICO: BLOCCARE LE RISPOSTE PER INIBIRE LE DOMANDE
Citando un caso clinico, il Professor Nardone espone quello che è il funzionamento del dubbio patologico secondo l’approccio strategico. Un giovane è assillato da ossessioni di tipo dubitativo a cui tenta di rispondere razionalmente. Seguendo l’ipotesi per cui sarebbero proprio i tentativi soluzione messi in atto dal soggetto a mantenere in essere il disturbo (Watzlawick et al., 1978), Nardone ritiene che sia il tentativo razionale di rispondere mentalmente alle domande irrazionali la causa di persistenza del dubbio patologico. La prescrizione è dunque quella di evitare di rispondere mentalmente ai dubbi da cui il soggetto è assediato: prescrizione del “bloccare le risposte per inibire le domande”. (Nardone & De Santis, 2011)
Un’altra tentata soluzione è la ricerca delle evidenze che possano contraddire il dubbio; tuttavia il soggetto, così facendo, diviene ancora più attento alle prove che sembrano confermare il dubbio. Viene quindi prescritta la “ricerca contraddittoria” in cui il paziente è chiamato a ricercare e segnare per iscritto tutte le prove che confermino il dubbio temuto: così facendo viene interrotta la lotta mentale che causa disagio psichico e il soggetto troverà le prove che lo rassicurano (Nardone & De Santis, 2011). Si noti la vicinanza con la tecnica della “prescrizione del sintomo” di matrice sistemico-relazionale. Nardone e De Santis distinguono i dubbi che insinuano nel soggetto il timore di aver compiuto qualche azione moralmente inaccettabile (“Inquisitore interno”), da quelli che minano le convinzioni del soggetto riguardo a scelte compiute (“Sabotatore interno”) (Nardone & De Santis, 2011). Nel dubbio patologico e ancor più nelle ossessioni mentali il disturbo non va combattuto, seguendo una logica lineare razionale, quanto assecondato fino a portarlo a una condizione estrema in cui non è più in grado di nuocere: logica dello stratagemma cinese del “far salire il nemico in soffitta e togliere la scala”.
INTERVENTO NEL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO: SE FAI 1 FAI 10
Lo stesso stratagemma viene utilizzato nel caso di Disturbi Ossessivi Compulsivi. Il rituale in questo caso viene assecondato aumentandone la ripetizione. Il terapeuta prescrive al paziente:
“Ogni volta che compi il rituale lo fai 10 volte né una di più, né una di meno, puoi non farlo, ma se lo fai, devi farlo 10 volte né una di meno né una di più”. (Nardone & Portelli, 2013)
In questo modo si ricalca la logica del funzionamento del problema e si arriva a controllarlo: “E’ la terapia che impone di ripetere, il rituale non più l’ossessione”; il paziente sperimenta così la percezione per cui se può decidere (il controllo si sposta, passando in mano al terapeuta e poi al paziente), di ripetere il rituale 10 volte può anche non farlo. Troviamo un altro tipo di tentata soluzione quando siamo di fronte a un paziente che richiede anche continue rassicurazioni ai famigliari. In questi casi il terapeuta prescrive ai famigliari, in presenza del paziente, di rispondere ad ogni richiesta di rassicurazioni patologica con “Tu cosa ne pensi ?” per interrompere la modalità patogena di interazione.
Linguaggio Analogico e Digitale
Un’altra prerogativa dell’approccio breve strategico è quello di utilizzare due registri linguistici: uno logico, razionale, descrittivo (digitale) e uno analogico, per immagini, evocativo. Il primo infatti stimola il telencefalo, la parte più evoluta del cervello, mentre il secondo è in grado di attivare il paleoencefalo, la parte più antica, che deve innescare il cambiamento. L’unico modo infatti per vincere una razionalità malata è lavorare sulla mente antica, irrazionale. (Watzlawick, 2013)
BIBLIOGRAFIA
Giorgio Nardone & Claudette Portelli, Cambiare per conoscere, TEA, Milano, 2005
Nardone & Elisa Balbi, Solcare il mare all’insaputa del cielo. Lezioni sul cambiamento terapeutico e le logiche non ordinarie, Firenze, 2008
Paul Watzlawick, John H. Weakland & Richard Fisch, Change: la formazione e la soluzione dei problemi, Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma 1978
Giorgio Nardone Giulio De Santis, Cogito ergo soffro, Quando pensare troppo fa male, Ponte alle Grazie, Firenze 2011
Giorgio Nardone & Claudette Portelli, Ossessioni compulsioni manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi, Ponte alle Grazie, Firenze, 2013
Paul Watzlawick, Il linguaggio del cambiamento, Elementi di comunicazione terapeutica, Feltrinelli, Milano, 2013