di Raffaele Avico
Questo intervento portato dal presidente dell’associazione ligure Parla con le voci , descrive sintenticamente il lavoro fatto nei gruppi di Uditori di voci nell’ambito dei servizi territoriali per la salute mentale. Quando nascono i gruppi di Uditori di voci? Questo libro, scaricabile integralmente, descrive la nascita del movimento in Olanda, a metà degli anni ’80, in Italia per la prima volta sperimentato attraverso al creazione di gruppi a Settimo Torinese nel 2001.
Viene spiegato il senso del lavoro fatto nei gruppi, anche attraverso il resoconto diretto portato da una paziente colpita da allucinazioni uditive (il sintomo che tenta di essere gestito attraverso il lavoro di gruppo).
Le voci, a seguito della loro comparsa, vengono associate dal paziente a un qualche tipo di problema che si frappone tra sé e la realtà: non sono del tutto assimilabili a un discorso proferito da un parlante in carne ed ossa, ma sono come poste in sovraimpressione, si pongono, come descrive il filosofo Marleau Ponty nel suo Fenomenologia della percezione, davanti al mondo, non dentro di esso. Per questo, affermare che un paziente colpito da voci non distingua la natura “aliena” del suo sintomo, è inesatto.
Questo video, che esprime con efficacia il vissuto soggettivo di un paziente “vociferato”, aiuta a comprendere meglio la questione: