di Raffaele Avico
Per parlare di mastery dobbiamo rifarci ad alcuni concetti mutuati dalla CBT, in particolare in riferimento a quelle che sono definite strategie di mastery. Mastery significa padronanza, e indica uno stato mentale caratterizzato da senso di controllo, regolazione emotiva e sensazione di “avere il controllo sul proprio stato mentale”. Se prendiamo come riferimento concettuale la finestra di tolleranza di Daniel Siegel, spiegata in figura, avere mastery significa permanere tra i due limiti estremi della finestra di tolleranza, quindi mantenere un buono stato di attivazione neurofisiologica (né iperarousal, né ipoarousal), tale da sperimentare un senso di tranquillità e stabilità.
Il gruppo di lavoro di Antonio Semerari di Roma, esplora da tempo quelle che sono le strategie di recupero del senso di controllo qualora si sperimentasse un senso di alterazione nervosa verso il troppo alto (iperarousal) o il troppo basso (ipo). Esistono tre classi di strategie di mastery che usano canali differenti:
- strategie di mastery di primo livello, che usano il corpo per procurare un senso di rilascio di tensione oppure di riattivazione a partire da uno stato di troppo rallentamento, per mezzo dello strumento del corpo (per esempio lo sport, l’uso di sostanze, fumare, manipolare il corpo in vari modi per ristabilire un senso di controllo ed equilibrio)
- strategie di mastery di secondo livello, che usano le relazioni con gli altri e il contatto interpersonale per ristabilire un senso di regolazione emotiva e di mastery; sono esempi di queste strategie il cercare un contatto oculare e fisico con altri, parlare con altri, cercare un abbraccio da loro
- strategie di mastery di terzo livello, per le quali non si passa né dal corpo né attraverso la ricerca di un contatto con gli altri: il lavoro di autoregolazione avviene per via interiore, attraverso forme di dialogo riflessivo funzionale, esercizi di meditazione, pratiche di consapevolezza
Queste strategie consentono di tornare all’interno della finestra di tolleranza e di recuperare un senso di controllo e di padronanza, a seguito di un momento di disregolazione.
Più genericamente la mastery è sempre, strettamente collegata a un senso di benessere. In particolare, per esempio, alcuni tipi di problemi psicologici hanno a che fare con una minaccia percepita o il ricordo di un episodio particolarmente disturbante che torna a farci visita nel ricordo: lo stress post traumatico, per esempio, è una forma di stress collegato al presentarsi alla coscienza di potenti flashback che fanno rivivere al soggetto la scena traumatica. La prostrazione del fronteggiare l’emergere di questi ricordi intrusivi, precipita spesso in forme depressive “da esaurimento”. In questi casi, la mastery, un senso di padronanza, viene recuperata quando i ricordi possono essere reintegrati nel normale flusso di pensieri, depotenziati del loro potere attivante. Il fatto di poterli “pensare” in modo libero, poiché innocui, restituisce un senso di mastery istantaneo, collegato a benessere soggettivo e maggiore libertà percepita.
I processi di rehearsal e coping, precedono idealmente lo stato di mastery. In che modo? Pensiamo all’ansia anticipatoria che precede un discorso pubblico. Il provare e riprovare il discorso, a casa, costituisce il “rehearsal”, la prova o il reiterare, che funziona da strategia di coping (cioè di fronteggiamento/gestione del problema), verso uno stato di mastery raggiunta, ovvero, appunto, di padronanza.
Un senso di padronanza, infine, viene chiesto a ogni terapeuta da parte di ogni paziente che entri nel suo studio: l’obiettivo implicito è sempre padroneggiare, sentire di avere sotto controllo un determinato sintomo, dato che si ha la ingenua ma giusta sensazione che, padroneggiando il proprio disturbo, lo si risolverà in parte, il che risponde a verità certa. La talking cure, come veniva definita ai suoi inizi la terapia psicologia, sembrava ottenere risultati clinici solo per mezzo del parlare, del mettere un nome a ciò che faticava ad essere definito, ovvero: “nominare per dominare”.