PREMESSA: su questo blog avevamo già parlato di HiTOP qui. Qui invece un’intervista fatta a Simone Cheli a fine 2021, su questi temi e altro. (R. Avico)
di Simone Cheli (PhD; Department of Psychology, St. John’s University, Roma)
Tra tutti i tentativi di rispondere alla crisi dei modelli diagnostici in psicopatologia, il Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP) è uno dei più recenti.
HiTOP nasce infatti meno di 10 anni fa (Kotov et al., 2017: Cicero et al., 2024) come un gruppo di ricercatori interessati a supportare una prospettiva dimensionale. In breve, l’idea di fondo (che ritroviamo anche nel modello alternativo di diagnosi dei disturbi di personalità del DSM-5) è quella di soppiantare le diagnosi basate su un modello tradizionalmente medico con una prospettiva nuova
Prendiamo due esempi. La Corea di Hungtington è attribuibile ad un profilo sintomatologico preciso e confermata solo e soltanto dalla presenza di una mutazione del gene IT15. Queste caratteristiche permettono chiaramente di identificare una categoria diagnostica discreta (sì o no) e totalmente ripetibile (almeno da chiunque sia in grado di sequenziare il gene in questione). Se invece io devo formulare un profilo diagnostico di un paziente con prominenti sintomi depressivi, rischio di aprire il vaso di Pandora. Può sussistere una depressione maggiore conseguente ad un disturbo di adattamento alla fine di una relazione. Oppure i sintomi in questione (e la possibile diagnosi di depressione maggiore) corrispondono allo stato di vuoto di un paziente con disturbo narcisistico di personalità, ma al contempo quello stesso disturbo di personalità può essere in comorbidità con un disturbo evitante di personalità che esacerba tali sintomi attraverso meccanismi fobico-sociali…
Tutti noi che ci siamo progressivamente uniti ad HiTOP Consortium riteniamo che una prospettiva basata su dimensioni organizzate gerarchicamente sia non solo più utile al clinico, ma anche più coerente con i dati ad oggi raccolti.
Da un lato, molti clinici riconoscono sempre di più come esistano dei profili “macro” che possono spiegare l’eterogeneità e variabilità dei sintomi. Si pensi a come almeno un paziente su due con sintomi depressivi abbia anche sintomi ansiosi. Questo ha portato autori come David Barlow a sviluppare protocolli terapeutici transdiagnostici per i disturbi emotivi nel suo insieme e ad individuare un tratto di personalità trasversale e duraturo che corrisponde al nevroticismo (Sauer-Zavala & Barlow, 2024) Dall’altro lato, i numerosi studi meta-analitici condotti da HiTOP e altri gruppi di ricerca suggeriscono come esistano delle dimensioni latenti a tutti i sintomi psicopatologici e queste dimensioni sono organizzabili gerarchicamente in macro-fattori (definiti spectra o super-spectra).
Nel linguaggio di HiTOP abbiamo a che fare con lo spettro internalizzante (pazienti che internalizzano la sofferenza mostrando primariamente disturbi emotivi), lo spettro esternalizzante (pazienti che esternalizzano la sofferenza mostrando primariamente forme di disregolazione), i disturbi del pensiero o il super-spectrum psicosi (riferibili a disturbi in cui è a rischio l’esame di realtà) e simili.
Tutte queste dimensioni convergerebbero su quello che da molti è stato definito il fattor p, ovvero un generale rischio di manifestare psicopatologia.
Per quanto le analisi condotte lascino ancora spazio a numerose interpretazioni (e non siamo tutti concordi su queste!), è interessante notare come siano sempre di più le convergenze tra studi clinici e studi meta-analitici.
Gli spectra di HiTOP sono facilmente sovrapponibili alle dimensioni del modello alternativo del DSM-5, al Five Factor Model, nonché ai modelli di concettualizzazione e trattamento dei disturbi in età evolutiva. Non solo, sempre più clinici sviluppano protocolli spectrum-specifici come Barlow e colleghi per il nevroticismo, il nostro gruppo di ricerca per la schizotipia e tanti altri (Cheli & Lysaker, 2023).
Infine, il costrutto di fattore p è stato più volte ripreso da autori come Fonagy e Bateman e messo in relazione a fattori di funzionamento come la mentalizzazione o la fiducia epistemica.
In futuro è da augurarsi che la ricerca si concentri su due ambiti. Il primo è quello dello sviluppo di strumenti di assessment basati su modelli dimensionali come HiTOP (è in corso di validazione il protocollo HiTOP Self Report o HiTOP-SR). Il secondo corrisponde invece all’uso di HiTOP e altri modelli dimensionali e gerarchici nella pratica clinica a partire da protocolli validati sino ad uno uso pragmatico da parte dei singoli clinici nel loro quotidiano.
Bibliografia
Cheli, S. & Lysaker P.H. (2023). A dimensional approach to schizotypy. Conceptualization and treatment. Springer.
Cicero, D. C., Ruggero, C., Balling, C., Bottera, A. R., Cheli, S., Elkrief, L., … Thomeczek, M. L. (2024). State of the Science: The Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP). Behavior Therapy, Online publication. Qui il link
Sauer-Zavala, S., & Barlow, D.H. (2024). Nevroticismo. Una nuova concernice per i disturbi emotivi e il loro trattamento (A cura di S. Cheli). Fioriti Editore.
Kotov, R., Krueger, R. F., Watson, D., Achenbach, T. M., Althoff, R. R., Bagby,… Zimmerman, M. (2017). The Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP): A dimensional alternative to traditional nosologies. Journal of abnormal psychology, 126(4), 454–477. https://doi.org/10.1037/abn0000258
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