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Il Foglio Psichiatrico

Blog di divulgazione scientifica, aggiornamento e formazione in Psichiatria e Psicoterapia

25 October 2022

LA Q DI QOMPLOTTO

di Raffaele Avico

Questa poderosa inchiesta sul fenomeno di Qanon rappresenta un lavoro fondamentale per chiunque sia interessato ad approfondire il tema “complotti”, nel tentativo di capire come sia possibile che -in epoca attuale- fioriscano e divampino narrazioni così devianti e “diversive” (come le definisce Wu Ming 1, autore del libro), paranoidee e incentrate appunto su ipotesi e cospirazioni mondiali -con vari contenuti e sotto-narrazioni annesse.

Cos’è, prima di tutto, Qanon?

Su questa recensione dal portale Doppiozero ne viene data una definizione puntuale:

“QAnon è in estrema sintesi una fantasia distopica diffusa in rete (in particolare modo negli Stati Uniti e in Germania) nei network della destra radicale: un complotto immaginario secondo cui il mondo sarebbe segretamente governato da una setta di miliardari “di sinistra” e depravati, dediti a terribili misfatti (satanismo, pedofilia e torture ai danni di bambini) che avrebbero la funzione di dare sfogo alla loro avidità energetica, sessuale ed economica e di garantire loro privilegio e dissolutezza. Al netto delle diverse varianti, alcuni “veri patrioti” guidati da Donald Trump starebbero conducendo una guerra segreta contro i malvagi potenti della cosiddetta Cabal (di cui farebbero parte Hillary Clinton, Barack e Michelle Obama, George Soros, Bill Gates, Tom Hanks, etc.) animando così una crociata dai tratti apocalittici che chiede adesione e coinvolgimento per porre fine a l’atroce situazione.”

Questo gruppo di pedo-satanisti userebbe per incontrarsi una serie di tunnel scavati al di sotto della superficie terrestre negli Stati Uniti, luoghi sicuri dove portare i bambini e compiere i rituali.

Le caratteristiche intrinseche del movimento sono riassunte ottimamente sulla pagina Wikipedia dedicata.

Da questo libro da più di 500 pagine, a opera di un membro del collettivo Wu Ming di Bologna, apprendiamo che il tema è molto antico, e troviamo fantasie complottiste già in epoca medioevale, a fare da sostrato “culturale” a persecuzioni sistematiche che si protrassero per molto tempo; leggendolo, scopriremo che le radici storiche del fenomeno Qanon sono da rintracciarsi nella forma di odio razziale più antico, quello verso la popolazione ebraica, a sua volta di antichissima origine, derivata dalle narrazioni diffuse dalla chiesa cattolica per secoli, originatesi da letture distorte dei testi sacri e mistificazioni cumulatesi nel tempo a proposito del popolo ebraico.

Leggendo La Q di Qomplotto osserveremo come il tema di una cospirazione montata da un gruppo ristretto di ricchi a danno di persone normali per un proprio vantaggio, sia storicamente ricorrente, costante, e che spesso la “messa a terra” delle fantasie cospirazionistiche si verificò in concomitanza di particolari contingenze storiche adatte al loro divampare.

Il libro si divide in due parti principali.

Nella prima parte viene cronologicamente descritto il fenomeno della nascita del movimento Qanon, fin dalle prime apparizioni sul web (su portali dedicati come 4chan o 8chan, portali aperti a ogni forma di contenuto, senza nessun tipo di censura) fino al suo culmine, ovvero l’invasione del campidoglio da parte di centinaia di persone, nel 2021, a fine mandato presidenziale di Donald Trump -divenuto nel frattempo leader simbolico del movimento stesso.

La seconda parte del libro è invece una ricostruzione filologica della storia del movimento, eseguita tentando di prendere in mano i “filamenti genetici” del movimento a partire dai suoi primordi, ovvero collegandosi a tutti i movimenti cospirazionisti generatisi in Europa (Qanon nasce, culturalmente, in Europa, per poi rimbalzare e divampare in USA) e tracciando la traiettoria storica di ognuno di questi fili; notiamo come Qanon abbia solamente messo insieme, e fatto convergere, molteplici movimenti culturali sotterranei, anche attraverso la mediazione fondamentale dei Social Network. Wu Ming 1 descrive Qanon come un mostro nato sui Social, grazie al potere di interconnessione totale creato da piattaforme così orizzontali e ubique.

L’inchiesta fatta per questo lavoro (a partire da un’impressionante raccolta di appunti, fonti e materiale, sistematizzata e organizzata in modo lineare in tre anni di scrittura, durante la pandemia Covid19) è di una meticolosità impressionante, e il libro rappresenta una pietra miliare nella letteratura sul tema “complotti”.

Procedendo nella sua ricostruzione filologica, chiarendo dunque la genealogia del fenomeno Qanon, Wu Ming 1 racconta di come alcuni autori cospirazionisti (spesso fortemente cattolici) abbiano -in precisi momenti storici che definisce “momenti di singolarità” – fatto convergere e sistematizzato alcune tematiche legate ai complotti, producendo dei punti di svolta nella letteratura sul tema, con pesanti ricadute nel “mondo reale”.

L’ultimo momento di singolarità, Wu Ming 1 osserva, lo rintracciamo nella storia recente: la sovra-interpretazione della comunicazione di Trump a seguito della sua destituzione come Presidente USA, accompagnata da una crisi pandemica e sociale a fare da corroborante, da tensioni sempre più accese in senso sociale negli Stati Uniti.. tutti elementi in grado di innescare -sui social- e dare vita a un fenomeno come il movimento Qanon.

Wu Ming 1, in questo lavoro, osserva come negli ultimi 2 anni, quelli di pandemia, diverse narrazioni “complottistiche” abbiano fatto irruzione sulla scena, mediate ancora una volta dai Social Network. Pensiamo per esempio alle fantasie di complotto sulla nascita della pandemia stessa, alla questione 5g, al problema con gli anti-vaccinisti: narrazioni in grado di convogliare -nel punto di vista dell’autore- una parte della tensione sociale, in questo modo salvaguardando i veri responsabili della crisi sistemica in atto ancora oggi, che l’autore sostiene essere i fautori delle politiche di sfruttamento ambientale e sociale degli ultimi decenni.

Al di là del libro a firma Wu Ming 1, traiamo dalla lettura alcune riflessioni:

  • i Social hanno un potere aggregativo e corroborante enorme, e questo si vede nella nascita di fenomeni come Qanon; sempre più osserviamo come la realtà “fattuale” (i fatti neutri, spogliati del loro significato) venga caricata e rivestita da narrazioni in grado di esplodere sulle piattaforme Social: lo avevamo osservato parlando di Social Dilemma, anche in questo caso osserviamo come questo fenomeno di mistificazione della realtà produca risultati reali, concreti, anche “offline”. In questo gioco, il giornalismo sembra avere un ruolo centrale, fondamentale: la realtà viene venduta alla popolazione usando toni necessariamente emozionali/caricati di emotività per ragioni di neuromarketing. Il risultato è il crearsi di una comunicazione Social sempre più emotiva, poco mediata, poco pensata, in grado di radicalizzare individui spesso isolati socialmente. Come non pensare che i due anni pandemici passati incollati sugli schermi degli smartphone, non abbiano costituito il terreno ideale perché potesse nascere un fenomeno come Qanon?
  • dibattere a voce, guardando in volto le persone, obbliga a una maggiore pacatezza, al produrre pensiero; diffondere notizie in tono troppo allarmistico, produce polarizzazione e risposte emotive del lettore/osservatore. Wu Ming 1, nel ricostruire i prodromi e la storia di Qanon, e i “precedenti” mediatici delle correnti cospirazioniste osservate di recente in Italia, effettua una critica spietata al lavoro fatto dal Resto del Carlino negli anni del caso “bambini di satana”, accusando il giornale di scarsa professionalità ed eccessiva ricerca dello scoop. Al tempo (parliamo degli anni’90), il collettivo Luther Blissett (poi Wu Ming) orchestrò una beffa mediatica proprio per mettere in evidenza la scarsa credibilità dell’impianto mediatico: è qui descritta
  • ciclicamente esistono movimenti sociali che prendono forme di natura paranoide: l’”altro” viene confinato ed espulso; ne parla molto bene Massimo Recalcati nel suo “La tentazione del muro”: la salvaguardia della tenuta identitaria è garantita attraverso l’espulsione dell’altro; questo fenomeno lo osserviamo sia nell’individuo singolo, che nel corpo sociale. Le fasi della “paranoicizzazione”, sono puntualmente descritte ne Il signore delle mosche: fa da sfondo sempre la paura, il senso di scarsa prevedibilità, e il bisogno di compattarsi intorno a elementi sociali percepiti “solidi”/forti.

Volendo provare a tracciare un “insegnamento” conclusivo mutuato dalla lettura di La Q di Qomplotto, lo troviamo nell’osservare un meccanismo che si ripete, con narrazioni inquinananti che fanno largo uso di meccanismi di paranoicizzazione, trovando ogni volta forme diverse/oggetti di odio differenti.

Come prima accennato, Wu Ming 1 in questo libro fa notare che c’è, sul fondo, una colpa non riconosciuta ed attribuita all’altro; il pensiero assume così una forma del tipo: “non riconosco come mia la responsabilità di un determinato fatto, la proietto sull’altro esterno da me, e lo perseguito”; pensiamo alle fantasie di complotto sulle cause della pandemia Covid: è più semplice pensare a un gesto deliberato che non tracciare la linea che collega l’ipersfruttamento ambientale, il cambiamento delle abitudini animali, un maggior contatto tra certi animali e l’uomo e il salto di specie di un virus come il Covid 19. Il vero nemico, in tutto questo, è l’antropocene, l’impatto dell’uomo sulla natura e il suo modellarla a fini economici. Wu Ming 1 questo lo sottolinea con forza, osservando come le fantasie complottiste in fondo difendano il sistema, dirottando le accuse non sui reali fautori del disastro, ma su target più facili, e spesso più deboli.

Su questi temi, si veda anche questo.


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Article by admin / Recensioni / raffaeleavico, recensioni

6 October 2022

IL “MANUALE DELLE TECNICHE PSICOLOGICHE” DI BERNARDO PAOLI ED ENRICO PARPAGLIONE


di Raffaele Avico

Il Manuale delle tecniche psicologiche curato da Bernardo Paoli ed Enrico Parpaglione, psicoterapeuti torinesi, raccoglie un vasto numero di tecniche psicoterapiche, disposte in ordine alfabetico e raggruppate a partire da diversi parametri (dalla scuola di appartenenza, al disturbo verso cui la tecnica sembra maggiormente efficace), descritte anche nel razionale terapeutico (che senso ha usare questa tecnica? cosa dovrebbe ottenere e per quale ragione?).

Nell’editarlo (in 6 anni di lavoro), gli autori hanno chiesto a molti professionisti di esprimersi sulle tecniche che ritenessero maggiormente efficaci nel loro lavoro quotidiano con i pazienti, al di là della loro scuola di appartenenza.

In una delle prefazioni, giustamente chiamata “verso una psicologia”, viene chiarito l’intento “integrativo” degli autori nel presentare tecniche mutuate da più approcci psicoterapici, appunto cercando di focalizzare l’attenzione non tanto sulle scuole di orientamento, ma su cosa funziona e perché nella pratica del lavoro clinico.

Si tratta di un lavoro scritto a uso e consumo di chi, quotidianamente, lavora con pazienti in psicoterapia; è dunque indirizzato a psicoterapeuti, psicologi, counsellor e psichiatri che possiedano una qualche formazione in psicoterapia (la scuola di specialità in psichiatria non è spesso sufficiente a formare uno psichiatra -di formazione medica- a un lavoro psicoterapeutico, ma qui si aprirebbe tutto un altro discorso).

Le tecniche provengono da più orientamenti, e sono ben riassunte nei capitoli dedicati; l’aspetto realmente interessante è la “disclosure” che i terapeuti/autori fanno sul “perché” venga proposta tale tecnica piuttosto che un’altra. Possiamo cioè avere un affaccio diretto sul razionale clinico: per esempio, nella scheda iniziale sull’ABC, leggiamo che la ricerca degli “antecedenti” (per esempio in un attacco di panico) e l’analisi dei pensieri collegati ad essi, dovrebbero fornire al paziente una diversa consapevolezza sul suo stesso modo di interpretare l’accaduto, essendo la tecnica pensata per aumentare la metacognizione del paziente.

Le tecniche descritte sono 110, gli psicoterapeuti e psicologi coinvolti, più di 60.

Il lettore che non debba usarlo per ragioni professionali, vi troverà spunti per “lavorare” in senso psicologico con il suo stesso pensiero, e molteplici esercizi da usare per capirsi meglio, o semplicemente per stimolarsi a un’evoluzione interiore.

Per il lettore psicoterapeuta, il manuale potrà affiancarsi ad altri volumi di “pronto” utilizzo nel lavoro clinico, come per esempio il Dizionario di Psicologia di Galimberti, o il bellissimo Il dono della terapia di Yalom.

Alcune delle tecniche, estratte dall’indice:

  • Grounding (Gilda L. Schiavoni) 
  • Immaginazione attiva (Federica Marzeo)
  • Improprietà situnzionali (Fabio Leonardi) 
  • Intenzione paradossa (Domenico Bellanton) 
  • Interpretazione del transfert (Luca Settembre)
  • Ironia (Bernardo Paola) .
  • Lasciare la testa tra le mani (Alessandro Bianchi)
  • Lavoro con il sogno (Mara Lastretli) 
  • Lettera al genitore (Enrico Parpaglione)
  • Lettere apologetiche (Fabio Leonardi)
  • Lettere di rabbia (Luca Proietti) 
  • Levitazione del braccio (Gladys Bounous)
  • Libere associazioni (Francesco Impagliazzo)
  • Life-line (Simona Filippini)
  • Mandala (Sonia Bertinat e Valentina Mossa) 
  • Metodologia dell’incontro (Simona Adelaide Martini)
  • Mindful eating (Raffaella Gian.)
  • Mindfulness informale (Marco R. Elena e Enrico Parpaglione) 
  • Modellamento (Davide Gallo) 
  • Moviola (Alice Caloiaro)
  • Observation project (Daniela Bulgarelli)
  • Peggiori immagini e sensazioni (Morena Petrongolo)
  • Photolangage (Morena Petrongolo)
  • Ponte emotivo (Enrico Parpaglione)
  • Povero me (Fabio Leonardi)
  • Pozzo dell’oblio (Simona Filippini)
  • Prescrizione del sintomo (Morena Petrongolo)
  • Psicoritratto (Michele Cannavò)
  • Pulpito delle lamentele (Davide Algeri)
  • Quattro cavalieri (Sara De Maria) 
  • Quattro riconoscimenti (Simone Curto)
  • Rappresentazione delle polarità (Valeria Natali)
  • Rescripting immaginativo (Enrico Parpaglione)
  • Respirazione diaframmatica aiutata (Marcello Schmid)
  • Rilassamento muscolare progressivo (Chiara Piscopia)
  • Sabotaggio benevolo (Davide Algeri) 
  • Scaling (Valeria Saladino e Bernardo Paoli)
  • Sculture familiari (Martina Zilio)
  • Sedia vuota (Paola Biondi)

Su questo blog avevamo intervistato Bernardo Paoli qui, e avevamo recensito “Il Piccolo Paranoico“, qui.

Qui per acquistare il volume.


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Article by admin / Recensioni / psicoanalisi, psicologia, psicotraumatologia

27 July 2022

La depressione come auto-competizione fallimentare. Alcuni spunti da “La società della stanchezza” di Byung Chul Han

di Raffaele Avico

Nel libro “la società della stanchezza” del filosofo coreano Byung Chul Han (BCH), in uno dei capitoli finali (“la società del burn out”), vengono espressi alcuni pensieri che potrebbero aiutarci a leggere alcune forme di depressione odierna come depressioni da “performance”.

Avevamo qui introdotto il pensiero del filosofo coreano (naturalizzato tedesco) a proposito di alcune tematiche più ampie riguardanti la società dell’oggi e quella che chiama la “società della stanchezza e dell’autosfruttamento”.

Come osserviamo, la psicopatologia si adegua alla cultura: al cambio culturale, segue il presentarsi di nuove forme di psicopatologia. BCH parte da questo assunto: le patologie mentali sono figlie della cultura in cui si inseriscono, sono rappresentative di determinati eventi sociali in atto.

L’autore in particolare si sofferma su quattro tipologie di sofferenza mentale: 1) depressione 2) ADHD 3) burnout e 4) disturbo borderline di personalità.

Soffermandoci sul tema depressione, è opportuno fare alcune considerazioni a proposito della modalità con cui il filosofo coreano considera la post-modernità, e come colleghi questo periodo storico al nascere di nuove forme depressive:

  • l’epoca attuale vede un collasso del Super-io per come eravamo abituati a pensarlo, ovvero come istanza giudicante repressiva, un giudice interno in grado di schiacciare pulsioni e fornire “colpa”; il Super-io non sembra più esistere in questa forma, sostituito da un “‘Ideale dell’io” che si impone come standard da raggiungere, in questo modo spingendo gli individui a rincorrerlo auto-sfruttandosi costantemente, interpretando il tutto come “atto di libertà”. Il passaggio è quello da una società “disciplinare” a una società della prestazione
  • Da soggetto l’uomo diviene progetto, costantemente in competizione con se stesso al fine di auto-migliorarsi, come una piccola azienda a conduzione unica. Il soggetto pensa di “liberarsi” attraverso il narrarsi “progetto”: BCH descrive questo meccanismo come un auto-ingabbiamento pensato come atto di liberazione. Descrive invece il burnout come il risultato di una competizione assoluta con il proprio ideale dell’Io, una sclerotizzazione del meccanismo; BCH parla di una competizione esausta, impossibile da gestire, che si conclude solo con la morte del soggetto
  • BCH parla in più occasioni della depressione come “infarto psichico”, concettualizzando questo disturbo come svuotato dei suoi aspetti luttuoso/melanconici e generato dalla percezione di uno scarto impossibile da colmare nei confronti dell’ideale dell’Io -imperante.
  • Sempre parlando di depressione, BCH osserva come la depressione preveda un “lutto senza oggetto”, ovvero un senso di disconnessione e perdita senza che però vi sia stata effettivamente una qualche perdita oggettuale; l’autore collega questo senso di disconnessione all’iper-narcisismo attuale, con pochi legami reali e una “massa plaudente che dona attenzione all’Ego” compensando una povertà relazionale di fondo, una scarsità di libido investita sul “fuori”.

In generale, la lettura dei lavori di questo filosofo ci consente di inquadrare alcuni problemi di salute mentale attuale come strettamente collegati alla società che viviamo.

Qui il già citato articolo su questo blog in cui veniva recensito un altro libro di BCH, “Il profumo del tempo”.


NB Sul blog sono presenti alcuni “serpenti di articoli” inerenti disturbi specifici. Dal menù è possibile aggregarli intorno a 4 tematiche: il disturbo ossessivo compulsivo (#DOC), il disturbo di panico (#PANICO), il disturbo da stress post traumatico (#PTSD) e le recensioni di libri (#RECENSIONI)

Article by admin / Generale, Recensioni / psichiatria, raffaeleavico

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  • DA “LA GUIDA ALLA TEORIA POLIVAGALE”: COS’É LA NEUROCEZIONE
  • AUTO-TRADIRSI. UNA DEFINIZIONE DI MORAL INJURY
  • BASAGLIA RACCONTA IL COVID
  • FONDAMENTI DI PSICOTERAPIA: LA FINESTRA DI TOLLERANZA DI DANIEL SIEGEL
  • L’EBOOK AISTED: “AFFRONTARE IL TRAUMA PSICHICO: il post-emergenza.”
  • NOI, ESSERI UMANI POST- PANDEMICI
  • PUNTI A FAVORE E PUNTI CONTRO “CHANGE” di P. Watzlawick, J.H. Weakland e R. Fisch
  • APPORTI VIDEO SUL TARANTISMO – PARTE 2
  • RISCOPRIRE L’ARCHIVIO (VIDEO) DI PSYCHIATRY ON LINE PER I SUOI 25 ANNI
  • SULL’IMMOBILITÀ TONICA NEGLI ANIMALI. Alcuni spunti da “IPNOSI ANIMALE, IMMOBILITÁ TONICA E BASI BIOLOGICHE DI TRAUMA E DISSOCIAZIONE”
  • FOBIE SPECIFICHE IN BREVE
  • JEAN PIAGET E LA SHARING ECONOMY
  • LO STATO DELL’ARTE INTORNO ALLA DIMENSIONE SOCIALE DELLA MEMORIA: SUL MODO IN CUI SI E’ ARRIVATI ALLA CREAZIONE DEL CONCETTO DI RICORDO CONGIUNTO E SU QUANTO LA VITA RELAZIONALE INFLUENZI I PROCESSI DI SVILUPPO DELLA MEMORIA
  • IL PODCAST DE IL FOGLIO PSICHIATRICO EP.3 – MODELLO ITALIANO E MODELLO BELGA A CONFRONTO, CON GIOVANNA JANNUZZI!
  • RISCOPRIRE PIERRE JANET: PERCHÉ ANDREBBE LETTO DA CHIUNQUE SI OCCUPI DI TRAUMA?
  • AGGIUNGERE LEGNA PER SPEGNERE IL FUOCO. TERAPIA BREVE STRATEGICA E DISTURBI FOBICI
  • INTERVISTA A NICOLÓ TERMINIO: L’UOMO SENZA INCONSCIO
  • TORNARE ALLE FONTI. COME LEGGERE IN MODO CRITICO UN PAPER SCIENTIFICO PT.3
  • IL PODCAST DE IL FOGLIO PSICHIATRICO EP.2 – MODELLO ITALIANO E MODELLO SVIZZERO A CONFRONTO, CON OMAR TIMOTHY KHACHOUF!
  • ANTONELLO CORREALE: IL QUADRO BORDERLINE IN PUNTI
  • 10 ANNI DI E.J.O.P: DOVE SIAMO?
  • TORNARE ALLE FONTI. COME LEGGERE IN MODO CRITICO UN PAPER SCIENTIFICO PT.2
  • PSICOLOGIA DELLA CARCERAZIONE: RISTRETTI.IT
  • NELLE CORNA DEL BUE LUNARE: IL LAVORO DI LIDIA DUTTO
  • LA COLPA NEL DOC: LA MENTE OSSESSIVA DI FRANCESCO MANCINI
  • TORNARE ALLE FONTI. COME LEGGERE IN MODO CRITICO UN PAPER SCIENTIFICO PT.1
  • PREFAZIONE DI “PTSD: CHE FARE?”, a cura di Alessia Tomba
  • IL PODCAST DE “IL FOGLIO PSICHIATRICO”: EP.1 – FERNANDO ESPI FORCEN
  • NERVATURE TRAUMATICHE E PREDISPOSIZIONE AL PTSD
  • RIMOZIONE E DISSOCIAZIONE: FREUD E PIERRE JANET
  • TEORIA DEI SISTEMI COMPLESSI E PSICOPATOLOGIA: DENNY BORSBOOM
  • LA CULTURA DELL’INDAGINE: IL MASTER IN TERAPIA DI COMUNITÀ DEL PORTO
  • IMPATTO DELL’ESERCIZIO FISICO SUL PTSD: UNA REVIEW E UN PROGRAMMA DI ALLENAMENTO
  • INTRODUZIONE AL LAVORO DI GIULIO TONONI
  • THOMAS INSEL: FENOTIPI DIGITALI IN PSICHIATRIA
  • HPPD: HALLUCINOGEN PERCEPTION PERSISTING DISORDER
  • SU “LA DIMENSIONE INTERPERSONALE DELLA COSCIENZA”
  • INTRODUZIONE AL MODELLO ORGANODINAMICO DI HENRY EY
  • IL SIGNORE DELLE MOSCHE letto oggi
  • PTSD E SLOW-BREATHING: RESPIRARE PER DOMINARE
  • UNA DEFINIZIONE DI “TRAUMA DA ATTACCAMENTO”
  • PROCHASKA, DICLEMENTE, ADDICTION E NEURO-ETICA
  • NOMINARE PER DOMINARE: L’AFFECT LABELING
  • MEMORIA, COSCIENZA, CORPO: TRE AREE DI IMPATTO DEL PTSD
  • CAUSE E CONSEGUENZE DELLO STIGMA
  • IMMAGINI DEL TARANTISMO: CHIARA SAMUGHEO
  • “LA CITTÀ CHE CURA”: COSA SONO LE MICROAREE DI TRIESTE?
  • LA TRASMISSIONE PER VIA GENETICA DEL PTSD: LO STATO DELL’ARTE
  • IL LAVORO DI CARLA RICCI SUL FENOMENO HIKIKOMORI
  • QUALI FONTI USARE IN AMBITO DI PSICHIATRIA E PSICOLOGIA CLINICA?
  • THE MASTER AND HIS EMISSARY
  • PTSD: QUANDO LA MINACCIA É INTROIETTATA
  • LA PSICOTERAPIA COME LABORATORIO IDENTITARIO
  • DEEP BRAIN REORIENTING – IN CHE MODO CONTRIBUISCE AL TRATTAMENTO DEI TRAUMI?
  • STRANGER DREAMS: STORIE DI DEMONI, STREGHE E RAPIMENTI ALIENI – Il fenomeno della paralisi del sonno nella cultura popolare
  • ALCUNI SPUNTI DA “LA GUERRA DI TUTTI” DI RAFFAELE ALBERTO VENTURA
  • Psicopatologia Generale e Disturbi Psicologici nel Trono di Spade
  • L’IMPORTANZA DEGLI SPAZI DI ELABORAZIONE E IL “DEFAULT MODE”
  • LA PEDAGOGIA STEINER-WALDORF PER PUNTI
  • SOSTANZE PSICOTROPE E INDUSTRIA DEL MASSACRO: LA MODERNA CORSA AGLI ARMAMENTI FARMACOLOGICI
  • MENO CONTENUTO, PIÙ PROCESSI. NUOVE LINEE DI PENSIERO IN AMBITO DI PSICOTERAPIA
  • IL PROBLEMA DEL DROP-OUT IN PSICOTERAPIA RIASSUNTO DA LEICHSENRING E COLLEGHI
  • SUL REHEARSAL
  • DUE PROSPETTIVE PSICOANALITICHE SUL NARCISISMO
  • TERAPIA ESPOSITIVA IN REALTÀ VIRTUALE PER IL TRATTAMENTO DEI DISTURBI D’ANSIA: META-ANALISI DI STUDI RANDOMIZZATI
  • DISSOCIAZIONE: COSA SIGNIFICA
  • IVAN PAVLOV SUL PTSD: LA VICENDA DEI “CANI DEPRESSI”
  • A PROPOSITO DI POST VERITÀ
  • TARANTISMO COME PSICOTERAPIA SENSOMOTORIA?
  • R.D. HINSHELWOOD: DUE VIDEO DA UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA “IL PORTO” DI MONCALIERI E DALLA RIVISTA PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE
  • EMDR = SLOW WAVE SLEEP? UNO STUDIO DI MARCO PAGANI
  • LA FORMA DELL’ISTITUZIONE MANICOMIALE: L’ARCHITETTURA DELLA PSICHIATRIA
  • PSEUDOMEDICINA, DEMENZA E SALUTE CEREBRALE
  • FARMACOTERAPIA DEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC) DAL PRESENTE AL FUTURO
  • INTERVISTA A GIOVANNI ABBATE DAGA. ALCUNI APPROFONDIMENTI SUI DCA
  • COSA RENDE LA KETAMINA EFFICACE NEL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE? UN PROBLEMA IRRISOLTO
  • CONCETTI GENERALI SULLA TEORIA POLIVAGALE DI STEPHEN PORGES
  • UNO SGUARDO AL DISTURBO BIPOLARE
  • DEPRESSIONE, DEMENZA E PSEUDODEMENZA DEPRESSIVA
  • Il CORPO DISSIPA IL TRAUMA: ALCUNE OSSERVAZIONI DAL LAVORO DI PETER A. LEVINE
  • IL PTSD SOFFERTO DAGLI SCIMPANZÈ, COSA CI DICE SUL NOSTRO FUNZIONAMENTO?
  • QUANDO IL PROBLEMA È IL PASSATO, LA RICERCA DEI PERCHÈ NON AIUTA
  • PILLOLE DI MASTERY: DI CHE SI TRATTA?
  • C’È UN EFFETTO DEL BILINGUISMO SULL’ESORDIO DELLA DEMENZA?
  • IL GORGO di BEPPE FENOGLIO
  • VOCI: VERSO UNA CONSIDERAZIONE TRANSDIAGNOSTICA?
  • DALLA SCUOLA DI NEUROETICA 2018 DI TRIESTE, ALCUNE RIFLESSIONI SUL PROBLEMA ADDICTION
  • ACTING OUT ED ENACTMENT: UN ESTRATTO DAL LIBRO RESISTENZA AL TRATTAMENTO E AUTORITÀ DEL PAZIENTE – AUSTEN RIGGS CENTER
  • CONCETTI GENERALI SUL DEFAULT-MODE NETWORK
  • NON È ANORESSIA, NON È BULIMIA: È VOMITING
  • PATRICIA CRITTENDEN: UN APPROFONDIMENTO
  • UDITORI DI VOCI: VIDEO ESPLICATIVI
  • IMPUTABILITÀ: DA UN TESTO DI VITTORINO ANDREOLI
  • OLTRE IL DSM: LA TASSONOMIA GERARCHICA DELLA PSICOPATOLOGIA. DI COSA SI TRATTA?
  • LIMITARE L’USO DEI SOCIAL: GLI EFFETTI BENEFICI SUI LIVELLI DI DEPRESSIONE E DI SOLITUDINE
  • IL PTSD IN VIDEO
  • PILLOLE DI EMPOWERMENT
  • COME NASCE LA RAPPRESENTAZIONE DI SÈ? UN APPROFONDIMENTO
  • IL CAFFÈ CI PROTEGGE DALL’ALZHEIMER?
  • PER AVERE UNA BUONA AUTISTIMA, OCCORRE ESSERE NARCISISTI?
  • LA MENTE ADOLESCENTE di Daniel Siegel
  • TALVOLTA È LA RASSEGNAZIONE DEL TERAPEUTA A RENDERE RESISTENTE LA DEPRESSIONE NEI DISTURBI NEURODEGENERATIVI – IMPLICAZIONI PRATICHE
  • Costruire un profilo psicologico a partire dal tuo account Facebook? La scienza dietro alla vittoria di Trump e al fenomeno Brexit
  • L’effetto placebo nel Morbo di Parkinson. È possibile modificare l’attività neuronale partendo dalla psiche?
  • I LIMITI DELL’APPROCCIO RDoC secondo PARNAS
  • COME IL RICORDO DEL TRAUMA INTERROMPE IL PRESENTE?
  • SISTEMI MOTIVAZIONALI INTERPERSONALI E TEMI DI VITA. Riflessioni intorno a “Life Themes and Interpersonal Motivational Systems in the Narrative Self-construction” di Fabio Veglia e Giulia di Fini
  • IL SOTTOTIPO “DISSOCIATIVO” DEL PTSD. UNO STUDIO DI RUTH LANIUS e collaboratori
  • “ALCUNE OSSERVAZIONI SUL PROCESSO DEL LUTTO” di Otto Kernberg
  • INTRODUZIONE ALLA MOVIOLA DI VITTORIO GUIDANO
  • INTRODUZIONE AL LAVORO DI DANIEL SIEGEL
  • DALL’ADHD AL DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITÀ: IL RUOLO DEI TRATTI CALLOUS-UNEMOTIONAL
  • UNO STUDIO SUI CORRELATI BIOLOGICI DELL’EMDR TRAMITE EEG
  • MULTUM IN PARVO: “IL MONDO NELLA MENTE” DI MARIO GALZIGNA
  • L’EFFETTO PLACEBO COME PARADIGMA PER DIMOSTRARE SCIENTIFICAMENTE GLI EFFETTI DELLA COMUNICAZIONE, DELLA RELAZIONE E DEL CONTESTO
  • PERCHÈ L’EFFETTO PLACEBO SEMBRA ESSERE PIÙ DEBOLE NEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO: UN APPROFONDIMENTO
  • BREVE REPORT SUL CONCETTO CLINICO DI SOLITUDINE E SUL MAGNIFICO LAVORO DI JT CACIOPPO
  • SULL’USO DEGLI PSICHEDELICI IN PSICHIATRIA: L’MDMA NEL TRATTAMENTO DEL DISTURBO POST-TRAUMATICO
  • LA LENTE PSICOTRAUMATOLOGICA: GLI ASSUNTI EPISTEMOLOGICI
  • PREVENIRE LE RECIDIVE DEPRESSIVE: FARMACOTERAPIA, PSICOTERAPIA O ENTRAMBI?
  • YOUTH IN ICELAND E IL COMUNE DI SANTA SEVERINA IN CALABRIA
  • FILTRO AFFETTIVO DI KRASHEN: IL RUOLO DELL’AFFETTIVITÀ NELL’IMPARARE
  • DIFFIDATE DELLA VOSTRA RAGIONE: LA PATOLOGIA OSSESSIVA COME ESASPERAZIONE DELLA RAZIONALITÀ
  • BREVE STORIA DELL’ELETTROSHOCK
  • TALVOLTA É LA RASSEGNAZIONE DEL TERAPEUTA A RENDERE RESISTENTE LA DEPRESSIONE NEI DISTURBI NEURODEGENERATIVI
  • LO STATO DELL’ARTE SUGLI EFFETTI DELL’ATTIVITÀ FISICA NEL PTSD (disturbo da stress post-traumatico)
  • DIPENDENZA DA INTERNET: IL RITORNO COMPULSIVO ON-LINE
  • L’EVOLUZIONE DELLE RETI NEURALI ASSOCIATIVE NEL CERVELLO UMANO: report sullo sviluppo della teoria del “tethering”, ovvero di come l’evoluzione di reti neurali distribuite, coinvolgenti le aree cerebrali associative, abbia sostenuto lo sviluppo della cognizione umana
  • COMMENTO A “PSICOPILLOLE – Per un uso etico e strategico dei farmaci” di A. Caputo e R. Milanese, 2017
  • L’ERGONOMIA COGNITIVA NEL METODO DI MARIA MONTESSORI
  • SUL COSTRUTTIVISMO: PERCHÉ LA SCIENZA DEVE RICERCARE L’UTILE. Un estratto da Terapia Breve Strategica di Paul Watzlawick e Giorgio Nardone
  • IN MORTE DI GIOVANNI LIOTTI
  • ALL THAT GLITTERS IS NOT GOLD. APOLOGIA DELLA PLURALITÀ IN PSICOTERAPIA ATTRAVERSO UN ARTICOLO DI LEICHSERING E STEINERT
  • COMMENTO A:  ON BEING A CIRCUIT PSYCHIATRIST di JA Gordon
  • KERNBERG: UN AUTORE IMPRESCINDIBILE, PARTE 2
  • IL PRIMATO DELLA MANIA SULLA DEPRESSIONE: “LA MANIA È IL FUOCO E LA DEPRESSIONE LE SUE CENERI”.
  • IL CESPA
  • COMMENTO A LUTTO E MELANCONIA DI FREUD
  • LA DEFINIZIONE DI SOTTOTIPI BIOLOGICI DI DEPRESSIONE FONDATA SULL’ATTIVITÀ CEREBRALE A RIPOSO
  • BORSBOOM: PER LA SEPARAZIONE DEI MODELLI DI CAUSALITÀ RELATIVI AL MODELLO MEDICO E AL MODELLO PSICHIATRICO, E SULLA CAUSALITÀ CIRCOLARE CHE REGOLA I RAPPORTI TRA SINTOMI PSICOPATOLOGICI
  • IL LAVORO CON I PAZIENTI GRAVI: IL QUADRO BORDERLINE E LA DBT
  • INTERNET ADDICTION, ALCUNI SPUNTI DAL LAVORO DI KIMBERLY YOUNG
  • EMDR: LO STATO DELL’ARTE
  • PTSD, UNA DEFINIZIONE E UN VIDEO ESPLICATIVO
  • FLASHBULB MEMORIES E MEMORIE TRAUMATICHE, UN APPROFONDIMENTO
  • NUOVA PSICHIATRIA, RDoC E NEUROPSICOANALISI
  • JACQUES LACAN, LA CLINICA PSICOANALITICA: STRUTTURA E SOGGETTO di Massimo Recalcati, 2016
  • DGR 29: alcune riflessioni su quello che sembra un passo indietro in termini di psichiatria pubblica
  • L’ATTUALITÀ DI PIERRE JANET: “La psicoanalisi”, di Pierre Janet
  • PSICOPATIA E AGGRESSIVITÀ PREDATORIA, LA VERSIONE DI GIOVANNI LIOTTI (da “L’evoluzione delle emozioni e dei Sistemi Motivazionali”, 2017)
  • LA GESTIONE DEL CONTATTO OCULARE IN PAZIENTI CON PTSD
  • MARZO 2017: IL CONSENSUS STATEMENT SULL’UTILIZZO DI KETAMINA NEI CASI DI DISORDINI DELL’UMORE APPARENTEMENTE NON TRATTABILI
  • IL CERVELLO TRIPARTITO: LA TEORIA DI PAUL MACLEAN
  • IL CIRCUITO DI RICOMPENSA NELL’AMBITO DEI PROBLEMI DI DIPENDENZA
  • OTTO KERNBERG: UN AUTORE IMPRESCINDIBILE
  • TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SULLE MNEMOTECNICHE (MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE)
  • LA CURA DEL SE’ TRAUMATIZZATO di Lanius e Frewen, 2017
  • EFFICACIA DI UN BREVE INTERVENTO PSICOSOCIALE PER AUMENTARE L’ADERENZA ALLE CURE FARMACOLOGICHE NELLA DEPRESSIONE
  • PSICOTERAPIE: IL DIBATTITO SU FATTORI COMUNI E SPECIFICI A CONFRONTO

IL BLOG

Il blog si pone come obiettivo primario la divulgazione di qualità a proposito di argomenti concernenti la salute mentale: si parla di neuroscienza, psicoterapia, psicoanalisi, psichiatria e psicologia in senso allargato:

  • Nella sezione AGGIORNAMENTO troverete la sintesi e la semplificazione di articoli tratti da autorevoli riviste psichiatriche. Vogliamo dare un taglio “avanguardistico” alla scelta degli articoli da elaborare, con un occhio a quella che potrà essere la psichiatria e la psicoterapia di “domani”. Useremo come fonti articoli pubblicati su riviste psichiatriche di rilevanza internazionale (ad esempio JAMA Psychiatry, World Psychiatry, etc) così da garantire un aggiornamento qualitativamente adeguato.
  • Nella sezione FORMAZIONE sono contenuti post a contenuto vario, che hanno l’obiettivo di (in)formare il lettore a proposito di un determinato argomento.
  • Nella sezione EDITORIALI troverete punti di vista personali a proposito di tematiche di attualità psichiatrica.
  • Nella sezione RECENSIONI saranno pubblicate brevi e chiare recensioni di libri inerenti la salute mentale (psicoterapia, psichiatria, etc.)

A CURA DI:

  • Raffaele Avico, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale,  Torino, Milano
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