di Raffaele Avico
Abbiamo intervistato Simone Cheli sul modello HiTop, che è un modo nuovo di pensare alla diagnosi psicopatologica, basato su modelli dimensionali e gerarchici. Ne avevamo in passato già scritto su questo blog.
Questo modello risulta essere molto più articolato e complesso, e aggiunge alcune “lenti di interpretazione” e alcuni concetti-chiave utili a leggere meglio il comportamento e lo sviluppo del paziente.
In particolare, gli spectra aiutano a leggere alcuni aspetti psicopatologici e di comportamento, meglio inquadrandone la fenomenologia e il “modo” di esprimere -per quell’individuo- la sofferenza mentale.
Come si noterà nell’intervista, effettuata commentando l’immagine sopra riportata, che sintetizza il modello, esisterebbe secondo questo modello un fattore di vulnerabilità psicopatologica generale (il fattore P), e alcune macro-tendenze che l’individuo -stimolato o turbato da fattori ambientali,- metterebbe in atto: la tendenza a internalizzare il dolore psicologico (portandolo dentro o contro di sé), a esternalizzarlo (portandolo verso l’esterno o contro gli altri), a dissociarsene, a somatizzarlo o a sviluppare dei sintomi classicamente ritenuti “psicotici”.
I termini “internalizzante” o “esternalizzante”, riferiti al modo in cui gli individui esprimono il loro malessere psicologico, eravamo abituati a sentirli in relazione ai bambini: questi “spectra” ci portano a considerarli anche in relazione a figure adulte.
Il 21 luglio 2025, a Torino, ci sarà un convegno a tema organizzato da Unito insieme al San Raffaele di Milano, all’interno del quale lo stesso Simone Cheli sarà relatore.
Per il video dell’intervista e altro, qui.