di Redazione Il Foglio Psichiatrico
Come trovare le fonti per scrivere di psichiatria/psicologia?
Il nostro consiglio è quello di andare non alle informazioni, ma direttamente ai dati prodotti in seno al contesto accademico. Abbeverarsi, per così dire, alla “fonte”. Quindi
- ATTENZIONE ai quotidiani nazionali: il loro interesse è attirare lettori, tenderanno a proporvi una versione “colorata” di un certo dato scientifico, a fini commerciali
- ATTENZIONE alle riviste di settore a meno che non si pongano in modo “falsificazionista” nei confronti di un determinato argomento. Essere falsificazionisti significa essere cauti e pronti a metter in dubbio qualunque risultato della ricerca. La medicina, la psichiatria e tanto più la psicologia, non sono scienze esatte, si muovono per trend, i risultati arrivano spesso in modo casuale, per salti e a ondate; teniamo d’occhio dunque l’”andazzo generale” senza focalizzarci su singoli studi o articoli che promettano risposte definitive o uniche
- ATTENZIONE ai profili social (facebook, instagram) di professionisti che non abbiano particolare attenzione alle fonti. Con tutta la buona volontà, un “parere” o un pensiero in libertà di un professionista, seppur rigoroso, non significa nulla se non si inserisca in un pensiero più ampio (quello della comunità scientifica di cui, quello stesso professionista, dovrebbe sentirsi parte: se non ha una comunità scientifica di appartenenza, non è un buon professionista, dato che tenderà a vendere la sua personalità, e non la teoria e le prassi cliniche che incarna)
Il nostro consiglio è quello di, nei limiti de possibile, leggere articoli in lingua originale estrapolati da riviste a fattore alto d’impatto. Il fattore d’impatto è un indice che mette in numeri il grado di popolarità di una determinata rivista (quanto volte viene citata in letteratura). Al momento, la rivista più impattata in ambito “Psi” al mondo è World Psychiatry, diretta dal napoletano Prof. Mario Maj.
Gli articoli con maggiore grado di “solidità” in senso scientifico, sono gli articoli che a loro volta mettono insieme altri articoli, facendo un lavoro di “review” o di “meta-analisi”, raggrumando dati e in questo modo producendo visioni complessive e più “vere” in senso statistico. In questo senso, più le meta-analisi sono vaste, più sono da tenere d’occhio. Una meta analisi pubblicata su una rivista a fattore d’impatto alto che raccolga 100 studi, raccolti in 20 anni, sull’efficacia del trattamento EMDR, sarà un articolo di assoluta rilevanza, che fornirà cioè risposte “abbastanza” certe. Nel prossimo futuro arriveranno le mega-analisi, analisi statistiche effettuate su campioni “aperti”, i cui dati saranno a disposizione di qualunque ricercatore: queste ricerche promettono grandi risultati viste le dimensioni dei campioni e la fruibilità dei dati in sè: qui un approfondimento. Ricordiamo che, al di là di faciloneria e fuffa, anche dietro le teorie inerenti la psicoterapia e la psichiatria esiste un metodo di ricerca che si basa, in primis, sulla statistica, le correlazioni, le ricorrenze, etc. Quindi andrebbero tenuti a mente i numeri, come prima cosa.
Ricordiamoci che allo stato attuale ciò che non possa essere dimostrato tramite evidenze, tenderà a essere relegato sempre più ai bordi del sapere scientifico, costituendosi come sapere “altro” (per esempio la psicoanalisi, sottoposta a un lento e inesorabile processo di ostracismo da parte della psichiatria intesa come branca della medicina, sempre più vicina alle prassi della psicoterapia cognitivo-comportamentale, più che altro perchè quest’ultima sembra più attenta a validare i suoi strumenti tramite ricerca scientifica).
Un’altra tipologia di articoli da tenere sott’occhio, sono i Randomized Controlled Trial (studi controllati randomizzati), ovvero studi creati per evitare le distorsioni di metodo createsi in corso di svolgimento dello studio stesso. Il principio è quello di assegnare in modo casuale un campione di individui a due gruppi (uno a cui viene sottoposto un particolare trattamento, l’altro di controllo) e testare, in fase conclusiva, la differenza in termini di “risultati attesi” tra i due gruppi. Questa tipologia di studi rappresenta il meglio da ricercare, sulle diverse riviste, quando ci si voglia informare su un particolare argomento in ambito psi. Facciamo un esempio a riguardo dell’impatto dell’attività fisica sul PTSD.
Ma dove cercare, in concreto?
Le 5 fonti per così dire, al momento, più solide, sono:
- WORLD PSYCHIATRY (top in ambito psi)
- JAMA PSYCHIATRY
- NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE
- THE LANCET
- NATURE
- SCIENCE
Laddove invece ci si volesse informare su argomenti vari inerenti la psichiatria o la psicologia clinica in generale, una grande risorsa in Italia, al momento, è rappresentata dal canale Youtube della rivista Psychiatry On Line, che conta più di 1600 video su argomenti diversi, sviluppati secondo un principio di focalizzazione e approfondimento “verticale” (la maggiorparte di questi video sono interventi di convegni fatti in tutta Italia).