di Raffaele Avico
Gli autori in questo articolo si pongono una domanda da indagare nella letteratura, a riguardo dell’efficacia -per lo stress post traumatico- delle metodiche cliniche incentrate sul corpo e il movimento.
Partono a inizio articolo ragionando sulla scarsa efficacia degli approcci clinici solamente incentrati sulla parola e il pensiero, spesso inefficaci nel trauma.
Sappiamo molto bene come il PTSD e il vissuto post traumatico abbia ripercussioni su diverse aree, ma primariamente sul corpo.
L’articolo vuole quindi cercare di mettere in luce in modo sistematico se e come un lavoro fatto in senso di bottom-up (quindi partendo dal corpo) sia efficace, e per capirlo si propongono di effettuare una review sistematica sul materiale presente in letteratura.
Le terapie orientate al corpo, comprendono:
- tecniche di rilassamento
- sport
- psicoterapia sensomotoria
- genericamente, tutto quello che ha a che fare con il corpo e che possa promuovere una migliore consapevolezza relativa al corpo in sè, e una migliore regolazione emotiva
Gli obiettivi della ricerca sistematica furono il valutare come gli interventi orientati al corpo procurassero miglioramenti nei sintomi da PTSD (obiettivo 1) e se gli stessi fossero in grado di impattare sulla depressione secondaria post-traumatica (obiettivo 2).
In questo articolo, gli articoli esaminati furono 22 (a partire dal numero totale di articoli ricercati, superiore a 5500), incentrati su trial clinici dove fossero somministrate solamente terapie incentrate sul corpo (in modo che non ci fossero fattori confondenti) e considerati rigorosi in termini di “forza” e significatività statistica.
Su questi 22, 15 studi furono raccolti in una meta-analisi che intendeva ricapitolare e riassumere “cosa funzionava” a livello di terapia incentrate sul corpo nel PTSD.
Inoltre, vennero adottati molteplici strumenti e accorgimenti statistici anti-bias per escludere che i risultati fossero indotti da atteggiamenti “tendenziosi” da parte degli stessi ricercatori.
Il problema della tendenziosità dei ricercatori e della tendenza a “portare acqua al proprio mulino” fu qui, insomma, ben affrontato (per una rassegna e un approfondimento su questi argomenti si veda questa serie “MENTIRE CON I NUMERI” uscita per la rivista Psychiatry on Line).
I risultati della meta-analisi fatta su questi 15 articoli, furono:
- gli interventi orientati al corpo sembravano ridurre i sintomi di PTSD in modo significativo, con delle differenze a seconda dei diversi studi
- degli studi inclusi, solo 6 vennero considerati analizzabili relativamente alla questione “depressione”, ottenendo risultati positivi seppur modesti
- gli effetti degli interventi incentrati sul corpo, venivano osservati sia quando questi fossero aggiunti alla terapia standard (che ricordiamo, è la psicoterapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma), sia quando somministrati da soli
- considerata la varietà degli strumenti messi in atto nei diversi studi, non fu possibili isolare qualche strumento specifico che desse particolari risultati positivi
Cosa concludono gli autori?
Visti i risultati positivi nonostante la grande varietà degli interventi proposti, gli autori concludono che:
- questi studi potrebbero avvalorare l’ipotesi di un meccanismo di regolazione dell’arousal nel contesto di un PTSD (al di là delle diversità tra gli studi stessi inerenti il tema). Quindi: al di là del tipo di esercizio e del tipo di intervento, il meccanismo ipotizzato di funzionamento sarebbe la regolazione dell’arousal. Per un approfondimento su questi temi, si veda qui
- un’ipotesi relativa al funzionamento delle terapie inerenti il corpo, è quella relativa all’abituazione (abituarsi a sperimentare sensazioni fisiche in modo da meglio gestirne le manifestazioni), che è una delle ipotesi più accreditate a riguardo di questa tematica.
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