di Raffaele Avico
Su questo blog abbiamo già parlato di psichedelici: qui alcuni link ad articoli precedenti che introducono all’utilizzo di MDMA nel trattamento della sindrome post traumatica.
Negli ultimi tempi sono frequenti i riferimenti in letteratura a un presunto rinascimento psichedelico, un’ondata di rinnovato interesse per l’utilizzo di sostanze psichedeliche in voga già negli anni ‘60, ora reintrodotte o in procinto di essere introdotte nella farmacopea psichiatrica.
Si veda inoltre:
- mdma per ptsd
- sul rinascimento psichedelico
- Lucid (news in tema psichedelici)
L’idea è che, sostanzialmente, le sostanze psichedeliche possono offrire un ingresso velocizzato al mondo interno del paziente nel contesto di una psicoterapia strutturata.
Un aspetto non nuovo, ma relativamente meno dibattuto, è l’utilizzo di strumenti alternativi per indurre stati alterati di coscienza non mediati da sostanze psicotrope, come le esperienze di deprivazione sensoriale e la luce stroboscopica come induttore di stati di pseudoallucinazione.
Vice ha recentemente pubblicato un articolo a proposito di una nuova applicazione per telefoni cellulari, scaricabile sia in ambiente apple che android, che promette induzione di stati alterati di coscienza e potenziali effetti ansiolitici e rilassanti: Luminate.
L’applicazione è scaricabile qui.
A proposito dei suoi effetti e del suo utilizzo rimandiamo all’articolo di Vice, da leggere per meglio comprendere il seguito di questo post.
Tentiamo ora qui un approfondimento per punti degli aspetti scientifici che ne possano giustificare l’utilizzo.
- l’applicazione prevede che il soggetto che ne voglia fare uso si “somministri” il ciclo di emissioni di luce dinnanzi agli occhi chiusi a una distanza variabile dai 10 cm ai 30 cm, a seconda di quanto intensa voglia sperimentare la sensazione di stimolazione (con il telefono vicino alle palpebre chiuse degli occhi, la stimolazione luminosa risulta molto intensa)
- i pattern luminosi e le forme evocate dalla luce stroboscopica a cui il soggetto viene sottoposto, producono l’impressione graduale che alla vista, su sfondo nero -dato che ovviamente la si usa a occhi chiusi-, si sviluppino forme geometriche e frattali luminosi e che questi si manifestino in una sorta di sequenza fluida, guidata dal variare della frequenza della luce proiettata dal flash dello smartphone sul quale la si utilizza
- le sensazioni riportate dalla maggior parte dei fruitori riguardano non tanto esperienze realmente allucinatorie (dato che l’app non è in grado di procurarle) quanto un’alterazione dello stato di coscienza propedeutico alla “dissoluzione” identitaria spesso ricercata dai fruitori, nell’idea di un possibile accesso a una realtà “altra”, interiore, dis-intermediata dai consueti strumenti cognitivi (il linguaggio e le immagini). In altre parole, la stimolazione luminosa sembra in grado di indurre uno stato “ipnagogico” in condizioni di sicurezza, o uno stato pseudo-dissociativo nel corso del periodo di immersione nell’esperienza
- nei crediti dell’applicazione e sul sito che la vuole presentare, viene citata la mission degli sviluppatori, nonché descritta la fase iniziale di sviluppo dell’app, partita dallo studio di “centinaia di articoli scientifici inerenti lo sciamanesimo, la deprivazione sensoriale, l’ipnagogia”[..]”per poi, unendo i puntini” arrivare al concetto-chiave di “sincronizzazione” sensoriale. In fisica è noto il fenomeno dei due pendoli che, posti uno di fianco all’altro, arrivano a sincronizzare il loro movimento. Fino a poco tempo fa, come qui approfondito, sembrava difficile spiegare il fenomeno; ora sappiamo che l’evento è da imputare all’emissione di onde sonore da parte dei due pendoli, che modellano i rispettivi movimenti oscillatori portandoli a sincronizzarsi. In molteplici altri ambiti in natura accadono fenomeni di “sincronizzazione” spontanea. In questo caso, gli sviluppatori del software sostengono che attraverso la stimolazione effettuata sui neuroni -per via delle vie nervose afferenti al cervello dagli occhi- fatta a una certa frequenza, si possa indurre gli stessi neuroni a sintonizzarsi nella loro “attività” con la luce stroboscopica erogata dall’app, con diversi effetti neurobiologici e “psichedelici”/psicotropi, elencati qui di seguito:
- 1) aumento della “variabilità” del funzionamento neuronale, un parametro questo in grado idealmente di spiegare un livello più o meno “alto” del funzionamento della coscienza. Si veda questo articolo per un approfondimento. A grandissime linee, un aumento della complessità nell’interazione reciproca dei neuroni in alcune aree cerebrali è in grado di elevare lo stato di coscienza. Qui avevamo parlato di un indice potenzialmente in grado di misurare il grado di complessità e di “presenza” dello stato di coscienza, indagato in particolare dal gruppo di lavoro di Giulio Tononi (per un approfondimento).
- 2) diminuzione dell’attività cerebrale relativa al “default mode network”. Del DMN avevamo scritto qui. Il Default mode ci aiuta a mantenere la concezione soggettiva di un Sé unitario, e ci consente di narrare noi stessi a noi stessi. Esercita in altre parole un lavoro di coordinamento narrativo, tale per cui noi si ha l’impressione di essere sempre le stesse persone nel tempo. Una riduzione del suo funzionamento, produce una dissoluzione identitaria, una perdita in qualche modo dell”io”, fenomeno ricercato attivamente dagli psiconauti attraverso l’assunzione di sostanze psichedeliche, e che questa app promette di produrre. Per un approfondimento su questo aspetto si veda il modello teorico Rebus
- 3) aumento della connettività funzionale. La connettività funzionale riguarda la correlazione temporale fra due eventi neuronali spazialmente distanti; la si studia osservando “cosa fa” il cervello in risposta a determinati stimoli sensoriali o processi cognitivi; è un indicatore che ci racconta di come le varie parti del cervello comunichino tra di loro, e sotto l’effetto di allucinogeni subisce delle variazioni (come qui approfondito). Gli sviluppatori dell’app sostengono di garantire un effetto di incremento della connettività funzionale (che si verifica sensibilmente sotto effetto di sostanze psichedeliche, come qui largamente approfondito), anche attraverso l’uso di Luminate.
- 4) riduzione delle onde Alfa cerebrali durante la stimolazione stroboscopica. Questo effetto è stato documentato anche in altre circostanze di ricerca, con altre sostanze (per esempio si veda qui); il collasso delle onde cerebrali Alfa lascia spazio a un funzionamento cerebrale più simile a quello osservato durante il sonno, cosa che si osserva in concomitanza con la sensazione di entrare in una dimensione “altra”, come si sognasse.
LUCIA N. 03
Cercando materiale in rete, scopriamo che anni fa un esperimento del genere era già stato fatto, nel progetto austriaco Lucia N.03; uno degli articoli citati sul sito di Lucia N.03 è questo, in effetti molto mirato.
L’allucinazione indotta da luce stroboscopica è stata qui indagata usando lo strumento prima citato (Lucia N.03), che sostanzialmente ha un funzionamento sovrapponibile a Luminate con alcuni punti di varazione. Lo studio ha raccolto un campione di 19 giovani universitari che sono stati sottoposti a un trattamento con Lucia N.03 (modulando diverse frequenze nell’erogazione dell’impulso luminoso, ovvero 0 Hz -cioè il buio-, 3 Hz e 10 Hz, ogni volta per 10 minuti) e indagati con EEG. 1 Hz corrisponde a un impulso luminoso al secondo.
Ne ricaviamo quanto segue:
- la somministrazione di luce stroboscopica produce un’alterazione del funzionamento cerebrale simile a quella osservata assumendo sostanze psicotrope; in particolare è in grado di far crollare la presenza di onde cerebrali alfa (come prima accennato).
- Sottoposti a questo test, le analisi statistiche indicano la percezione da parte degli intervistati di uno stato di coscienza soggettivamente esperito come alterato (“The subjective intensity of experience for both stroboscopic conditions was substantially higher than for the Dark condition”), e in modo differenziato a seconda dell’intensità della somministrazione (“While there were some commonalities in experience between 3 Hz and 10 Hz, they also differed in terms of intensity and across many ASCQ dimensions, indicating that each stimulation frequency produced distinct phenomenal states”)
- sempre riferendosi al test prima citato, i ricercatori paragonano i risultati ottenuti con Lucia N.03 a quelli ottenuti assumendo psilocibina (funghi allucinogeni), trovando risultati simili (“Together, these results suggest that the changes in experience and phenomenal content – as reflected by the ASCQ – reported during 3 Hz and 10 Hz stroboscopic stimulation showed some similarities to those following the ingestion of psilocybin, but also a number of differences. These results support stroboscopic stimulation as a novel non-pharmacological method of inducing ASC, phenomenologically similar in some respects to the psychedelic state.”)
- Per quanto riguarda le forme/visioni percepite durante l’esperienza, i soggetti esaminati testimoniano di epifenomeni coerenti con altri report effettuati in precedenza. Parliamo di “allucinazioni visive indotte da luce stroboscopica” (Stroboscopically induced visual hallucinations) con pattern geometrici, spirali, “griglie” e forme caleidoscopiche colorate; alcuni di questi soggetti (a intensità più basse di stimolazione, paradossalmente) osservarono il manifestarsi di forme più strutturate “dal buio”, come riportato in queste testimonianze:
- approfondendo i risultati ottenuti all’EEG, gli autori osservarono variazioni sensibili all’indice Lempel-Ziv (qui un approfondimento), usato per rilevare il grado di complessità del funzionamento cerebrale preso nel suo insieme. Questo punto appare importante perché rafforza la tesi degli sviluppatori di Luminate a proposito degli effetti dell’applicazione sulla “diversity” neuronale, qui dimostrata (di nuovo, paradossalmente a bassa frequenza dell’impulso luminoso, 3 Hz, situazione di stimolazione tra l’altro a maggiore intensità di “allucinazioni”)
- nella discussione finale, gli autori osservano come il rilevare un’aumentata diversità del funzionamento cerebrale rilevato tramite EEG potrebbe segnalare la presenza di uno stato alterato di coscienza caratterizzato dal susseguirsi rapido di scenari mentali prodotti dall’esperienza stessa, una forma “iper-associativa” del pensiero rilevata anche nel contesto di sperimentazioni con psichedelici naturali come la psilocibina (qui un approfondimento).
- per quanto riguarda le onde cerebrali, gli autori osservano -come prima accennato- una consistente alterazione delle onde alfa (“The most pronounced spectral alteration, which appears to be consistent across different psychedelic compounds -LSD, psilocybin and ketamine- is the marked decrease in alpha power”), a sua volta correlata a una maggiore disinibizione della corteccia, a una maggiore eccitabilità della stessa e quindi ad un’attività interna tale da generare le forme pseudo-allucinatorie prima citate (“During psychedelic ASC a reduction in alpha power marks decreased cortical inhibition, facilitating the spread of spontaneous internally generated patterns of neural excitation over the visual cortex, leading to the experience of visual hallucinations”).
- Questi ultimi due punti ci dicono come, con Lucia N.03, gli effetti prodotti dimostrati siano in parte sovrapponibili a quelli citati dagli sviluppatori di Luminate. Il decrescere dell’intensità delle onde alfa, viene citato sia in questo studio che dagli sviluppatori di Luminate come in grado di produrre una dissoluzione dell’Io (“Following from this model, decreases in alpha power during psychedelic ASC have also been linked to the formation of complex visual hallucinations. For example, the magnitude of the reduction in alpha power during psychedelic ASC -LSD- has been shown to predict the extent of both simple and complex visual hallucinations, as well as more profound changes in consciousness, such as ego-dissolution”).
- Viene evidenziato chiaramente come la frequenza a più alto effetto sia 3 Hz. Gli autori osservano inoltre che un elemento utile a potenziare l’effetto allucinatorio del macchinario Lucia N. O3 fosse l’intensità della luce, in questo caso più alta rispetto a Luminate (“Stimulus luminance is known to increase the magnitude of neural evoked responses at early stages of visual processing. The high luminance used in this study may therefore have led to stronger effects on inhibitory processing on visual cortex, which may account for the emergence of CVH”)
- sempre 3 Hz viene descritta come la frequenza maggiormente in grado di indurre uno stato simil ipnagogico (si veda qui per un articolo sullo stato ipnagogico)
- Gli autori così concludono: “By combining stroboscopic stimulation with EEG, we found that stimulation at 3 Hz and 10 Hz generates subjectively striking changes in experience (as measured by the ASCQ), which were accompanied by increases in EEG signal diversity (as measured by Lempel-Ziv complexity (LZs)) compared to wakeful rest. These subjective reports and increases in signal diversity show similarities to those observed during psychedelic states engendered by LSD, ketamine, or psilocybin41, indicating that spontaneous signal diversity provides a robust signature of ASC. Using surrogate data, we demonstrated that increases in signal diversity under stroboscopic stimulation depended on changes in both the power spectrum and the phase spectrum of the underlying EEG. Although stroboscopic and psychedelic ASC differ in many respects, our findings of substantial changes in experience, along with both ‘simple’ and ‘complex’ visual phenomena, demonstrate that stroboscopic stimulation offers a powerful non-pharmacological means of inducing ASC, as well as providing a possible adjunct to psychedelic therapies. Overall, our results provide further evidence that EEG signal diversity reflects the diversity of subjective experiences that are associated with different states of consciousness.”
In generale, lo studio prima citato ci riporta un risultato, ai test, simile a quello ottenuto usando altre sostanze psichedeliche come la psilocibina. Un aspetto da considerare è che il questionario sottoposto al campione dello studio tendeva (e questo gli autori lo riconoscono) a indagare l’esperienza degli individui in modo bidimensionale, senza curarsi degli aspetti realmente trasformativi, profondi e talvolta addirittura mistico/spirituali dell’esperienza stessa (aspetto cercato attivamente, spesso, dai “frequentatori” di stati alterati di coscienza). In questo caso abbiamo a che fare con un’esperienza di alterazione più leggera, in un certo senso superficiale, ma allo stesso modo psichedelica.
Tornando a Luminate, è possibile mettere in parallelo le ricerche effettuate prendendo in considerazione Lucia N. 03 e l’applicazione in oggetto, immaginando una parziale sovrapponibilità dei risultati (pur non essendo esplicitate nel sito di Luminate le esatte frequenze degli impulsi luminosi -che tra l’altro in Luminate variano costantemente-, così come l’intensità della luce -che si desume tuttavia corrisponda all’intensità del flash del proprio telefono, che per un Iphone è sotto i 100 lumen -usando Lucia N.03 i lumen al massimo flusso erano più di 5000). Aspetto da considerare è che Luminate eroga, insieme alla stimolazione visiva, musica da viaggio psichedelico.
Per chi volesse effettuare un approfondimento sull’uso della luce stroboscopica (“flickering”), anche questi articoli rappresentano una buona risorsa:
Per come viene venduta l’app, nella sua versione a pagamento l’esperienza psichedelica dovrebbe produrre un effetto calmante o esplorativo. Esplorativo è qui da intendere come in grado di permettere all’individuo di “vagare” per i contenuti interiori della sua coscienza in modo facilitato.
Sono inoltre previste delle esperienze mirate che dovrebbero facilitare il sonno, o aiutare l’individuo nella focalizzazione e nella creazione di obiettivi. É probabile che ciò che cambi siano solamente il sottofondo musicale e la durata dell’esperienza, essendo improbabile che gli sviluppatori siano stati in grado di costruire sequenze luminose/sonore mirate agli obiettivi che l’app propone: quale dovrebbe essere la sequenza luminosa/sonora adatta a conciliare il sonno, e in che modo differirebbe da quella adatta al focusing?
Al di là degli aspetti neurobiologici, un ultimo aspetto da sottolinare è che, per come viene usata, l’app Luminate distrae i nostri sensi in modo non traumatico e continuativo, creando un effetto doppio-compito simile a quello ipotizzato per spiegare il meccanismo di funzionamento dell’EMDR. L’esplorazione “interiore” avviene più facilmente quando l’attenzione selettiva della mente sia convogliata su uno stimolo continuo, come un rumore bianco; questo crea una sensazione di assenza di ansia, migliorando la stessa esplorazione dei contenuti di pensiero.
NB Sul blog sono presenti alcuni “serpenti di articoli” inerenti disturbi specifici. Dal menù è possibile aggregarli intorno a 4 tematiche: il disturbo ossessivo compulsivo (#DOC), il disturbo di panico (#PANICO), il disturbo da stress post traumatico (#PTSD) e le recensioni di libri (#RECENSIONI)