di Raffaele Avico
Abbiamo intervistato Emiliano Toso a proposito della terapia espositiva. Emiliano è uno psicoterapeuta di Rovigo, e da anni approfondisce il tema “esposizione” pubblicando articoli di ricerca e saggi.
A fine di questo articolo pubblichiamo una bibliografia ragionata consigliata dallo stesso Toso, per chi volesse approfondire la questione.
L’esposizione, il lavoro in psicoterapia con la terapia espositiva, ha un razionale storicamente semplice: promuovere da parte del paziente l’abituazione a uno stimolo fobico, qualunque esso sia e dovunque (all’esterno o all’interno del paziente) esso si trovi. Parliamo quindi di problemi di tipo fobico, ma anche di disturbo ossessivo-compulsivo e di PTSD.
Il PTSD, come sappiamo, deriva da un processo di apprendimento, e dalla difficoltà estrema di elaborare alcuni stimoli/ricordi; il corpo di un paziente con sindrome post-traumatica, è un corpo che ha appreso l’allarme, e vive nella minaccia di quello che potrebbe capitare all’esterno, così come nella paura di ricordare/rivivere l’evento traumatico stesso. La stessa terapia EMDR potrebbe essere pensata come una terapia espositiva, dato che conduce il paziente a un’esposizione diretta nei confronti dei percetti più pesanti, i ricordi post-traumatici più vividi.
Come ci spiega Toso in questo video, la teoria classica basata sull’abituazione, ha recentemente lasciato spazio ad altri, più innovativi modi di condurre una terapia basata sull’esposizione: parliamo di un filone di lavori sviluppato da una pioniera nell’ambito, Michelle Craske, che prende il nome di “apprendimento inibitorio”. Non si tratterebbe cioè di abituare il paziente allo stimolo fobico fino a che questo non procuri più la cosiddetta fear response: il tallone d’achille di questo modo di lavorare, come ci spiega Toso nel video, è che la paura tende a ritornare, anche dopo poco tempo, e che cambiando contesto l’allarme si presenterà allo stesso modo, come se la paura non fosse veramente “estinta”. Nel modello di apprendimento inibitorio sviluppato da Craske (che abbiamo qui sintetizzato) l’obiettivo è produrre delle memorie “antagoniste” a quelle già apprese (e problematiche), in modo che le prime possano inibire le seconde.
Nella formazione di queste memorie alternative, esistono dei fattori facilitanti o ostacolanti, che Toso ci spiega nell’intervista (per esempio, è stato osservato che la qualità del sonno, così come lo stato del microbiota del paziente, possano favorire o ostacolare il processo di apprendimento inibitorio).
Toso cura da anni un gruppo Facebook dedicato, qui raggiungibile. Per approfondire.
Ecco l’intervista:
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Bibliografia ragionata:
- Toso E. (in pubblicazione). Verso una terapia espositiva di precisione. Dalla scienza dell’estinzione della paura alla clinica. Giovanni Fioriti Editore, Roma.
- Toso E. (2019). La seconda giovinezza dell’esposizione: nuovo modello concettuale e nuovestrategie operative. Cognitivismo Clinico 16, 2, 159-174.
- Toso E. (2021). La seconda giovinezza dell’esposizione. Modello concettuale e modalità operative. Giovanni Fioriti Editore, Roma.
- Toso E., Craske M.G., Treanor M., Conway C., Zbozinek T., Vervliet B. (2016). Massimizzare la terapia di esposizione: Un approccio basato sull’apprendimento inibitorio. Cognitivismo Clinico 13, 2, 103-133. Tr. it. Craske M.G., Treanor M., Conway C., Zbozinek T., Vervliet B. (2014).Maximizing exposure therapy: an inhibitory learning approach. Behaviour Research and Therapy 50, 10-23.
- Toso E. (2022). Dallo studio sull’estinzione della paura verso una terapia dell’esposizione personalizzata. Pionieristiche considerazioni. Cognitivismo Clinico 19, 1/2, 107-130.
- Toso E., Agnoletti M., Carlo E., Vicentini M. (in pubblicazione). Una nuova realtà virtuale per una nuova terapia di esposizione. Pionieristiche considerazioni. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale.
- Craske M.G., Hermans D., Vervliet B. (2018). State of the art and future directions for extinction as a translational model for fear and anxiety. Philosophical Transactions B 373, 1742.
- Craske M.G., Sandman G.F., Stein M.B. (2022). How can neurobiology of fear extinction inform treatment? Neuroscience and Biobehavioral Reviews 143, 104923.
- Craske M.G., Treanor M., Zbozinek T.D., Vervliet B. (2022). Optimizing exposure therapy with an inhibitory retrieval approach and the OptEx Nexus. Behaviour Research and Therapy 152, 104069.
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NB Sul blog sono presenti alcuni “serpenti di articoli” inerenti disturbi specifici. Dal menù è possibile aggregarli intorno a 4 tematiche: il disturbo ossessivo compulsivo (#DOC), il disturbo di panico (#PANICO), il disturbo da stress post traumatico (#PTSD) e le recensioni di libri (#RECENSIONI)