di Raffaele Avico
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La memoria autobiografica compare intorno ai 4 anni di età.
Alcuni autori hanno sostenuto che sarebbe in realtà una particolare forma di memoria episodica.
In un articolo del 2004 Stracciari sostiene che “è plausibile ritenere che la nostra esperienza quotidiana venga inizialmente depositata in memoria in maniera episodica e che il ripetersi di esperienze simili renda possibile l’astrazione di caratteristiche comuni”. Le esperienze personali sperimentate nel corso della vita quotidiana sarebbero quindi immagazzinate nella memoria episodica come semplici fatti autobiografici: entrerebbero poi a fare parte del sottosistema della memoria autobiografica nel momento in cui venissero reiterate nell’esperienza o elaborate cognitivamente dal soggetto, al fine di trarne particolari conclusioni o inferenze.
Ragionare e “indagare” su di sé porta numerosi vantaggi, costituendosi come una sorta di rincorsa prima del salto verso altre esperienze: nell’introduzione a questo recente volume, molto corto, Duccio Demetrio lo chiarifica molto bene.
Demetrio, come qui abbiamo già introdotto, è il fondatore della Lua, e ha speso buona parte del suo lavoro di scrittura e divulgazione nel tentativo di promuovere l’utilizzo del diario e dell’autobiografia come strumento di cura e di crescita di sé.
“Fare memoria” ci chiede di trasformare la nostra storia in una narrazione (che Demetrio intende come “commedia”) e di ricercarne gli aspetti salienti, rintracciando all’interno di essa tutti gli elementi centrali di una narrazione per come la si intende abitualmente: fabula, intreccio, topoi, momenti di apice, momenti di svolta, imprevisti, etc. Eseguendo questo tipo di esercizio, inevitabilmente ci si rende conto di come l’operazione divenga seria, importante, significativa, essendo che si sta svolgendo un lavoro di ricostruzione, ri-significazione e in fondo reinvenzione di sé: per questo, l’autobiografia può essere considerata una “rincorsa” per il rilancio verso il futuro, un motore di apertura verso il nuovo, un collegare i puntini per meglio intenderne il disegno finale -e una spinta ad accrescere, nel numero, quegli stessi puntini, come in una sorta di gioco. Da qui il titolo: “Il gioco della vita”.
Questo volume molto recente presenta 30 esercizi di “favoreggiamento” del lavoro autobiografico, spunti per il lavoro di “rievocazione”,”ricordo” e “rimembranza” (3 termini che Demetrio usa in modo puntuale definendoli in modo diverso, essendo che declinano in modo diverso l’atto di ricordare), dalla rievocazione dei primi ricordi alla fantasia sul “messaggio in bottiglia” che descriva, in essenza, la storia della propria vita (come l’esercizio dell’epitaffio, altrettanto potente).
Allegato al libro, un gioco dell’oca con caselle (e ogni casella chiede a proposito di un ricordo) da fare da soli o in compagnia, per favorire il “gioco” del ricordo, con un invito dello stesso Demetrio a promuovere l’utilizzo del “diario” da parte di giovani o meno giovani.
Sull’utilizzo del diario e il journaling, anche questi 10 articoli.

