di Raffaele Avico
A Milano, il 24 e il 25 ottobre 2025 si terrà il primo convegno AISTED, Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione, nata nel 2011.
L’idea di AISTED è quella di alternare un suo convegno al convegno dell’ESTD, l’organo europeo di studio sul trauma, di cui AISTED è appunto una costola italiana. Le due associazioni forniranno dunque a chi fosse interessato, ogni anno, un’occasione per approfondire tematiche relative al trauma e alla dissociazione, uno in Italia a cura di AISTED, l’altro in un luogo di volta in volta diverso in Europa (l’ultimo convegno ESTD è stato organizzato in Polonia).
Come si nota, nel convegno a relatori di spicco in ambito di trauma, vengono alternati workshop e seminari a cura dei soci AISTED.
Dal razionale di invito, inoltre, ci possiamo fare un’idea dello “stato dell’arte” relativo alla psicotraumatologia italiana: sempre più attenzione agli approcci bottom up, agli impatti dell’ambiente sul corpo, ai processi di adattamento degli individui a contesti traumatici. In particolare sono da mettere in evidenza i contributi di alcuni autori che abbiamo su questo blog ospitato, per esempio Andrea Zagaria che approfondirà il concetto di di attaccamento traumatico, uno dei riferimenti italiani per lo studio sulla dissociazione Benedetto Farina, l’attuale presidente ESTD Maria Paola Boldrini, e molti altri.
Insieme a Costanzo Frau (che presenterà la recente traduzione di un volume di Henri Ey), porterò un intervento sul modello neojacksoniano di mente, cercando di tratteggiare la linea di sviluppo del concetto.
Partendo dalle teorizzazioni di autori seminali nella concezione di un funzionamento stratificato e gerarchico del complesso corpo-mente, come Spencer, Ribot, lo stesso Jackson, passando poi per Janet, Russell Meares (autore eccezionale), fino ad arrivare ai nostri Giovanni Liotti e Benedetto Farina, l’idea di uno sviluppo gerarchico e stratificato della mente è in grado di giustificare il ritorno al corpo dell’attuale clinica del trauma, dato che un individuo traumatizzato sperimenta una regressione a stereotipie di pensiero e automatismi mossi da spinte più istintuali e animalesche, che non da semplici schemi di pensiero o tentativi di intellettualizzare il trauma. L’intuizione che ha dato avvio al filone della psicoterapia sensomotoria ha trovato negli autori neojacksoniani una base solida per ragionare su come tentare di lavorare con il trauma senza necessariamente passare per la mente o la cognizione, dato che il lavoro sembrava dovesse essere fatto in primis sugli automatismi e sulle “tendenze all’azione”, le risposte comportamentali che durante la traumatizzazione sembrano essere rimaste congelate, o bloccate.
NB Sul blog sono presenti alcuni “serpenti di articoli” inerenti disturbi specifici. Dal menù è possibile aggregarli intorno a 4 tematiche: il disturbo ossessivo compulsivo (#DOC), il disturbo di panico (#PANICO), il disturbo da stress post traumatico (#PTSD) e le recensioni di libri (#RECENSIONI)