di POPMed
Abbiamo intervistato Mauro Semenzato a proposito dell’approccio Somatic Experiencing.
Somatic Experiencing è un approccio ideato da Peter Levine, incentrato sulle ricadute corporee degli eventi traumatici.
L’obiettivo è aiutare i pazienti a “portare a compimento” i movimenti o le tendenze all’azione rimaste congelate/bloccate durante gli episodi traumatici.
L’idea di fondo è ci siano delle risposte comportamentali che durante il trauma vengono bloccate: l’operatore di SE dovrebbe idealmente aiutare a riconoscerle e sbloccarle, facendo in modo che la persona possa esprimerle. In questo un punto di contatto con la recente psicoterapia sensomotoria e le sue “tendenze all’azione” da “esaurire”/scaricare.
Peter Levine, come osserva Mauro, mette insieme le teorie di Stephen Porges (teoria polivagale) con le osservazioni etologiche di Nikolaas Tinbergen (qui per sapere chi è).
In questa intervista ci spiega come funziona il metodo in modo introduttivo, fornendoci anche spunti di lettura, per chi fosse interessato ad abbracciarlo o iniziare un percorso.
Per chi volesse, qui un approfondimento (molto ben fatto) sul Somatic Experiencing scritto dall’AI (supervisionato): “SE concettualizza il trauma proprio come il persistere di uno stato neurofisiologico di allarme o collasso non risolto, in cui il SNA resta bloccato in pattern disfunzionali di iperarousal (iperattivazione simpatica, es. ipervigilanza, ansia) o ipoarousal (iperattivazione vagale, es. torpore, depersonalizzazione) o fluttuante tra i due estremi“.
Infine, qui, uno studio randomizzato sul Somatic Experiencing, e una scoping review.
Ps tutto il materiale su trauma e dissociazione presente su questo blog è consultabile cliccando sul bottone a inizio pagina (o dal menù a tendina) #TRAUMA.